Il primo giorno di...

Il primo giorno di...

Dolci

All'asilo per esempio pare io abbia fatto ciao ciao con la manina e non mi sia più voltata con un filo di rammarico da parte di mia mamma che, almeno, si aspettava una lacrimuccia o un tentennamento. Niente.
Con il mio contrassegno sole, un grembiule rosa a scacchi e le pantofoline nuove mi sentivo più ganza delle sorelle Kardashian (tutte assieme).
Alle elementari se non ricordo male ero andata qualche giorno prima dell'inizio a vedere la classe e scegliere il banco ma, sempre nella confusione dei ricordi, mi sembra di aver saltato i primi giorni e di essere finita di banco con un maschio.
Ora.
In prima elementare seppur io abbia voluto il sottomano azzurro e la cartella della Mafalda verde e blu di avere un amichetto maschio come primo compagno non se ne parlava proprio.
Eppure.
In prima media ero un cesso spaventoso ma non ero consapevole di esseri. Ero più larga che alta e la mia aspirazione massima era quella di indossare occhiali e apparecchio dentale.
Si, fatela pure quella faccia.
Ero completamente rincoglionita. Che sì, si può dire oggi.
Ad ogni modo, alle medie i primi giorni li ho vissuti con un misto di ansia, i miei compagni delle elementari non erano più con me, ero sola in mezzo ad altri 20 bambini e dovevamo cambiare aula ogni tre per due in questi 4 blocchi giganteschi.
No, non mi sono mai persa e no, non ero così sfigata.
Mi ero ambientata niente male quasi subito con tanto di michetta alle 10 del mattino e "vasche" tra un blocco e l'altro mano nella mano con l'amichetto del momento (quei coraggiosi).
Il primo anno di liceo mi sentivo una di quelle "grandi". Ormai facevo il liceo, i 18 anni erano alle porte e quell'aria da "tra poco vado all'università" si faceva sentire. Un po' ribelle, un po' odiosa, un po' poco studiosa. Il primo giorno ricordo di aver ripensato alle parole del direttore durante la serata di presentazione "il 50% di voi non ce la farà" e il terrore di perdermi tra un'aula e l'altra si é ripresentato più forte delle probabili bocciature.
Ce l'ho fatta.
In 4 anni giusti.
È fattibile, credetemi (malgrado qualche 2.5 a fisica).
Il primo giorno di università é stato strano. Lì sì che ti senti grande per davvero, sei lontano da casa, vivi con degli amici (o su un campus), puoi guidare un'automobile e uscire tutte le sere della settimana. Puoi investire i soldi dei libri in aperitivi e quelli del pranzo in uscite serali. Puoi saltare le ore senza che nessuno ti chieda una giustificazione scritta e firmata dalla mamma. Puoi farti i cavoli tuoi perché ormai i conti li fai solo con te stessa.
Il primo giorno di università é tanto strano quanto figo.
Molto figo.
Il primo giorno di lavoro invece fa schifo. E schifo non si dice, lo so. Ma é davvero temibile. Sei sempre e comunque fuori posto, non conosci nessuno e non sai cosa devi fare. Sei l'unico nuovo a differenza delle altre occasioni e se non hai la fortuna di avere un/a collega che ti prende sotto l'ala e ti accompagna a prendere il caffè a metà mattina ti tocca fare la ronda tra l'ufficio e la mensa. Non parliamo del mezzogiorno che se ti sei portata il pranzo da casa sembri una sfigata ma che se non ce l'hai e nessuno ti invita a uscire ti tocca cercare un bar/negozietto o fare digiuno.
Dal secondo giorno migliora, é proprio solo il primo impatto ad essere difficile.
Insomma.
Il primo giorno é una di quelle cose che ci si porta dietro, che ci si ricorda o che si festeggia in qualche modo. Ma che festa sarebbe senza una merenda degna di tale nome?


KINDER FETTA al LATTE MAISON (10-15 pezzi)

per il biscotto:4 uova
1 cucchiaio di acqua
35g farina
25g cacao in polvere
15g miele
65g zucchero
1 punta di coltello di semi di vaniglia
per la farcia:200g latte condensato zuccherato
350g panna intera
5 fogli di gelatina (8g)
20g miele (1 cucchiaio)
1 punta di coltello di semi di vaniglia
  • Preparare la farcia lavorando il latte condensato con il miele e la vaniglia. Portare a bollore 50g di panna e sciogliere la gelatina precedentemente ammollata in acqua fredda. Unire al latte condensato e mescolare per bene. Montare la panna restante (300g) e unirla con una spatola delicatamente al composto di latte condensato. Coprire con una pellicola a contatto e lasciar solidificare in frigorifero per un'oretta

  • Preparare il biscotto mettendo i tuorli con il cucchiaio di acqua, 35g di zucchero e la vaniglia nella ciotola della planetaria, iniziare a lavorare, aggiungere il miele e continuare a montarli fino a quando risulteranno ben spumosi

  • Montare gli albumi, quando iniziano a diventare bianchi aggiungere i 30g di zucchero tenuti da parte e continuare a montare. Aggiungerli al composto dei tuorli molto delicatamente in due volte utilizzando una spatola e facendo movimenti dall'alto al basso

  • Setacciare la farina e il cacao e unirli in due riprese alla massa di uova facendo ben attenzione a non sgonfiare il composto e a non lasciare grumi di farina

  • Su di una teglia da forno coperta con la carta lisciare a 1cm il biscotto e infornare a 220° (preriscaldato) per 7 minuti. Una volta cotto togliere dal forno, cospargere un lato con un filo di zucchero semolato e avvolgerlo senza la carta forno nella pellicola alimentare così che il vapore mantenga morbido il biscotto mentre si raffredda

  • Una volta freddo, dividere in due rettangoli il biscotto, spalmare la farcia ormai solidificata su un rettangolo e chiudere con l'altro. Coprire e mettere al fresco per almeno un'ora

  • Tagliare a quadretti delle dimensioni di una merendina (o a proprio piacere) e gustare



 


NOTA:

Per una versione meno stucchevole farcire con della panna montata semplice. Si conservano un paio di giorni in frigorifero se chiusi ermeticamente nei contenitori o nella pellicola.




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