Ham & Cheese

Ham & Cheese

Dolci

Passeggiavo tranquilla per le vie del centro quando la scritta rossa a caratteri cubitali mi ha attirata verso di sé: SALDI. Guardare (e provare) non costa nulla. Dando libero sfogo alla fantasia mi butto su shorts di ogni tipo, bermuda, gonnelline e persino una maglietta con un teschio in paillettes che Alba Parietti mi avrebbe fatto un baffo. Carica come un mulo sull'isola di Santorini mi dirigo nel camerino, chiudo la tendina con cura, cerco di appendere i vestiti in ogni angolo libero e inizio a spogliarmi. Quasi per caso mentre sfilo i pantaloni vedo la mia immagine riflessa nello specchio. Una sbirciata fugace, quasi rubata manco stessi spiando la vicina. Invece ero io, mezza nuda come un salmone al banco del pesce. Guardo meglio e noto che l'appuntamento di venerdi dall'estetista non può essere rimandato. Sempre in posizione accovacciata sfilo i pantaloni e noto meglio che la luce del camerino rende le mie cosce lisce come una forma di Emmental svizzero. Non ci bado, sarà un'illusione ottica. Infilo il primo paio di shorts e noto che ho accidentalmente preso la taglia sbagliata, mi ritrovo con una bella "L" al posto della solita "M". Poco importa, decido di provarmeli per una questione personale dopo lo shock di qualche attimo prima. Si sa che provare qualcosa di troppo largo fa subito rialzare l'ego. Complice di me stessa, gonfiata come un pavone indosso i pantaloncini. DRAMMA. Ad altezza coscia inizio a percepire qualche segno di resistenza, tiro, non sale, controllo che la cerniera sia stata tirata giù completamente, ancheggio per guadagnare qualche centimetro e finalmente ci riesco. Alzo gli occhi all'amico specchio ed ora non c'é più soltanto una forma di formaggio, si é aggiunta pure la mortadella. Mi rispoglio incazzata nera e rimetto i miei vestiti che ora mi sembrano in formato XXL, rinuncio a provare altre cose per evitare una crisi di nervi, appoggio tutto sul bancone e solo in quel momento noto l'etichetta attaccata agli shorts: "XS".


TORTA DI PANE (2 teglie)
500g pane raffermo
1L latte
1 uovo
8-10 amaretti secchi
100-150g mandorle tritate
1 mela
q.b. uvetta 
q.b. grappa
q.b. canditi
q.b. pinoli
q.b. cacao
  • In una ciotola capiente mettere ammollo il pane raffermo con il latte finché non risulterà una poltiglia. Mia nonna lo faceva la sera prima per il giorno dopo, io lo faccio anche soltanto con qualche ora di anticipo (2-4 a dipendenza dei pezzi di pane e della loro durezza)
  • Quando il pane sarà molle al punto giusto, accendere il forno ad aria calda a 200°C
  • Nella ciotola aggiungere l'uvetta messa precedentemente ammollo in un po' di grappa (io metto dentro anche la grappa), l'uovo, un po' di pinoli, le mandorle tritate, gli amaretti spezzettati (io li metto in un sacchetto di plastica e ci passo sopra con il matterello), i canditi, la mela grattugiata (senza buccia) e il cacao. Gli ingredienti non hanno un peso in quanto dipendono dai gusti di ognuno

  • Foderare le teglie con della carta da forno, versare il composto e spolverare con abbondanti pinoli. Infornare per 45minuti - 1ora a 180°C (bisogna abbassare la temperatura). E importante che la torta sia ancora morbida dentro e non secca. A dipendenza dei gusti c'é chi la preferisce molto bassa o piuttosto alta. A voi la scelta!






NOTA:
Questa torta é un cult delle feste campestri in quanto di tradizione. Ogni famiglia ha la sua ricetta e, come dicevo prima, ognuno la fa a suo modo. E un ottimo modo per eliminare il pane raffermo.

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