Ciao Teppista!

Ciao Teppista!

Dolci

Ho paura.
Molta.
Non tanto del distacco vero e proprio, per carità, anche, ma più di tutto ho paura di me stessa.
Ho paura di diventare egoista, di non riuscire a scindere, di soffrire e far soffrire.
Non so se sarò in grado di capire quando sarà il momento.
Sembra così difficile.
Quello sguardo sempre attivo, quella voglia di giocare sempre presente, quell'amore incondizionato. Forse maggiore, man mano che passano i giorni.

Venerdì scrivevo così.
Venerdì non sapevo niente.
Venerdì mi sentivo ancora protagonista, a malincuore.
Venerdì l'ho visto stare male, ho capito che non ci sarebbero più state tante magnolie in fiore, tante ore legali, tante colombe o profumi di salsedine.
Venerdì ho dormito con lui, per terra, tenendogli la zampa manco fosse una persona.
Venerdì lui appoggiava il suo musone lungo sulla mia mano.
Venerdì notte é sembrata lunga una vita, io e Lui ci guardavamo complici, una di quelle complicità di tristezza che ti portano ad affrontare meglio le situazioni.
Venerdì notte abbiamo tenuto la luce accesa, una lucina fioca, come quella delle stanze dei bimbi che hanno paura del buio. Fioca ma calda, la luce di chi spera.
Venerdì abbiamo ancora riso e scherzato con lui, come sempre, come se servisse.

Sabato non c'era più.
È volato in cielo verso il famoso ponte degli animali, verso quel posto dove dolori e acciacchi di vecchiaia non si sentono più. Ha scelto di nuovo per noi.
Grazie Mr Geido per questi bellissimi anni assieme, avrei voluto scrivere di quanto teppista fossi, del tuo essere manipolatore mentale e attore drammatico allo stesso tempo. Avrei voluto dire quante volte hai distrutto cose in casa, di come, prima di uscire, bisognava fare un check degno di pilota di un boeing. Di quante cose hai rubato (e quindi ingerito) tra palloni da calcio, capsule nespresso, bende & garze, pannecotte, scarpe, occhiali, caramelle, cioccolatini, asciugamani, tappetini, pigne e molto altro ancora. Avrei voluto raccontare di tutti i momenti felici e persino di quelli da incazzata (causa tua), ma non ce l'ho fatta.
Ci mancherai.
Oh, quanto ci mancherai.



PANNA COTTA - la tua passione (10-15 bicchierini)

500g panna intera
2 cucchiai di zucchero
1 punta di coltello di semi di vaniglia (o un baccello tagliato)
2 fogli di gelatina
qb frutti di bosco
  • In un pentolino portare a bollore (facendo attenzione a non farla fuoriuscire) la panna con lo zucchero e la vaniglia. Far sobbollire per 5 minuti circa
  • Strizzare la gelatina precedentemente ammollata in acqua fredda, buttarla nella panna fuori dal fuoco e mescolare bene con una frusta per evitare che si formino dei grumi. Eventualmente passare al colino (questo passaggio é necessario nel caso si fosse utilizzato il baccello). Versare il composto nei bicchierini, lasciar raffreddare e mettere nel frigorifero per un paio di ore
  • Servire la pannacotta con i frutti di bosco




NOTA:
I frutti di bosco possono essere freschi oppure congelati. Nel caso fossero congelati scaldarli con un po' di zucchero in un pentolino, farli raffreddare e mettere sulle pannecotte.
Si possono utilizzare anche delle fragole fresche, delle albicocche, prugne, pesche o qualsiasi altro frutto...




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