Missione Teppanyaki

Missione Teppanyaki

Primi

Ok, forse la maggior parte delle persone che lo vedranno penseranno che mi é scappata la mano.
Sappiate però che ho l'asso nella manica.
"Mi serve per il lavoro".
Vorrete mica criticare una questione fondamentale lavorativa, no?
Ad ogni modo.
Da venerdì sono una felice e fiera proprietaria di un meraviglioso, nonché utilissimo, piano di cottura teppanyaki.
Inutile dire che l'unica a celebrare questa venuta sia stata la sottoscritta.
Forse anche Lui, che se la tira con amici e parenti soltanto perché gli ho spiegato che é uguale a quello del ristorante giapponese.
Tranquilli, in versione mini.
Ad ogni modo (e due).
Sabato a mezzogiorno mi metto ai fornelli, felice come una bambina il giorno di Natale. Opto per dei bratwurst, che lo so, di giapponese non hanno nulla e di fashion men che meno. Ma si sa, una piastra piatta con calore uniforme può trasformare delle banali salsicce bianche in regine dei secondi.
E così fu.
Una meraviglia.
Croccanti fuori, con quelle venature marroncine perfette, i tagli gonfi, la carne tenera e succosa.
Anche i più scettici si convertono.
Ho acquistato un gioiello e ne vado fiera.
"Ma per pulirlo?" mi chiede Lui vedendo la superficie della piastra piena di "macchie" marroni tipiche dei succhi di cottura
"Tsk, una cavolata" gli rispondo io con tono saccente "bastano qualche cubetto di ghiaccio, i succhi si staccano e con un panno pulisci il tutto".
Ecco.
Mai detto fu più veritiero "tra il dire e il fare c'é di mezzo il mare".
"Non mi sembra funzioni" invece rientra nella top5 delle frasi da non dire tra coniugi quando una cosa sta andando storta.
Sappiatelo.
Fatto sta che dopo aver provato col ghiaccio, con l'acqua, con le palette, con il limone, con l'aceto, con le invocazioni agli chef stellari e alle nonne che facevano sparire qualsiasi macchia ho ceduto.
Ho preso il mio bel prodotto chimico e ho rimosso il 98% del problema, risciacquando abbondantemente.
Stamattina chiamo la ditta per delucidazioni, sono 48 minuti che sono al telefono e per il momento l'unica cosa che mi hanno detto é stata "le passo un collega".
Ecco, forse la prossima volta che mi vengono certe idee mi faccio portare al giapponese.

LINGUINE al SALMONE & PORRI (4 persone)

320g di linguine
1 porro
200g salmone affumicato
1 noce di burro
1 goccio di vino bianco
200g panna (circa)
qb sale & pepe
  • In una pentola capiente portare ad ebollizione abbondante acqua, salare (senza esagerare in quanto il salmone sarà già salato di suo) e cuocere le linguine secondo i tempi di cottura indicati sulla confezione
  • In una padella antiaderente scaldare la noce di burro, far rinvenire il porro precedentemente tagliato a cubettini per qualche minuto. Privarne un paio di cucchiai da utilizzare per guarnizione (se si desidera). Aggiungere il salmone precedentemente tagliato a tocchetti e lasciar rinvenire per 2-3 minuti. Bagnare con il vino bianco, far evaporare e aggiungere la panna. Lasciar sobbollire fino a quando la salsa si sarà addensata. Aggiustare di pepe
  • Scolare la pasta e rovesciarla sulla salsa, amalgamare bene
  • Servire le linguine con i porri tenuti da parte




NOTE:
Se la salsa dovesse diventare troppo densa, aggiungere un goccio di panna. Se invece risultasse troppo liquida aumentare la temperatura del calore così da velocizzare l'evaporazione dell'acqua. 
Il meglio sarebbe scolare la pasta 1 minuti prima così da farla saltare in padella con il sugo per un minuto
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