STORIA di una NASCITA

STORIA di una NASCITA

Vita da Mamma

È mercoledì 15 aprile, sono incinta di 38 settimane e 2 giorni e non ho nemmeno la minima contrazione. Per carità, c'é ancora tempo, ma nelle passate gravidanze a questo punto almeno qualche piccolo cenno si era sentito, anche solo preparatorio, anche solo debole, anche solo fittizio.

Qui: il nulla.

Forse un po' anche per questa ragione non sono ancora particolarmente pronta, mi sento di avere "tutto il tempo". Sarà che Luce ci ha fatto aspettare una settimana, sarà che col terzo i giorni volano e non te ne rendi conto, sarà che psicologicamente forse non ho ancora ben metabolizzato (tranquilla, fai con calma amica).

Ad ogni modo, rido e scherzo su IG del fatto che non ho niente di pronto se non una culla che, nella realtà dei fatti, è pronta da 2 anni, da quando è nata Luce. Ma questi sono dettagli.

Quello che non sapevo è che nel giro di poche ore tutto sarebbe cambiato.


Mi reco dalla ginecologa per l'ennesima infusione di ferro e già che ci siamo decide di farmi un rapido controllo del liquido anche perché le dico che negli ultimi giorni ho sentito meno movimenti. Spegne le luci, accende l'ecografo, mi spalma di gel e... "signora, lei non ha più liquido. Dobbiamo farla partorire".

Un attimo.

Aspetta.

Torna indietro.

Sono da sola sdraiata e cerco di ributtare indietro le lacrime, non ha senso, lo so, eppure quella notizia mi scombussola totalmente. Deve nascere.

"Quando? Un paio di giorni?" le chiedo io cercando di restare composta. Adesso che ci ripenso mi sento quasi idiota, se una ti dice che devi partorire d'urgenza dubito significhi tra quattro giorni. Ma comunque.

"Sta a lei decidere, però il bambino è praticamente senza liquido. Potrebbero iniziare da sole le contrazioni ma con il rischio che a quel punto il liquido sia davvero troppo poco e ci sia un rischio di sofferenza fetale che a quel punto potrebbe sfociare in un cesareo d'urgenza".

Sto zitta.

Rifletto per quello che sembra un'eternità mentre lei controlla parametri mai visti per capire meglio la situazione e discuterne con il ginecologo che farà poi nascere il mio bambino.

"Senta, facciamo un tracciato e poi ne parliamo".

Ricordo di essermi seduta, aver pazientemente aspettato che mi attaccassero al monitoraggio mentre inviavo un sms a lui "Deve nascere. Oggi". La signorina va via, inizia il tu-tum tu-tum classico dei tracciati e io inizio a piangere. Come una cretina perché non c'é niente di grave, non ci sono problemi. Adesso che ci ripenso quasi mi sento in colpa, ma in quel momento non mi sono sentita pronta. Mi sono sentita in balìa degli eventi.

Come quando ti dicono che hai ancora 1 settimana per l'esame di fisica e invece il professore fa un blitz il giorno dopo.

No, forse non proprio così ;-)


Ad ogni modo, tracciato, visita di nuovo e decisione: questo bambino deve nascere.

Torno a casa, sento mia mamma al telefono con la quale gioco la parte di quella cool "sta benissimo! Se nasce prima? Non me l'ha detto mamma, come fa a dirlo? Sembrerebbe che debba arrivare prima del termine ma chi lo sa. Quanto pesa? 3.6kg è la stima.. Già! Speriamo nasca prima altrimenti devo tirare fuori un torello...". Non me la sento di dirlo a nessuno, un po' per egoismo un po' per altruismo. Il primo perché non voglio sentirmi assillata da "come va? Cosa dicono? Dove sei? Novità?" il secondo perché l'attesa può essere snervante, soprattutto se non la vivi in prima persona.

Pensare che avevo appena fatto mille storie sul fatto che non avevo pronto nulla e adesso dovevo preparare tutto di fretta. Il che però non è del tutto un male, aggiorno finalmente l'album che avevo abbandonato, scattiamo qualche ultima foto col pancione, preparo una bella cena e parto.

Da sola, alla volta dell'ospedale.


Sono un misto di emozioni, dall'eccitato all'ansioso, non so bene cosa mi aspetti. Quando arrivo al piano però, nemmeno a farlo apposta c'é lei, l'ostetrica che aveva fatto nascere Luce che mi accoglie con un grande sorriso negli occhi (la bocca ormai è coperta) e mi sento già meglio. Di turno invece in sala controlli (o come diavolo si chiama la parte prima della sala parto) c'é invece Alice, colei che 3 anni e mezzo fa aveva fatto nascere Leo. Mi sembra un segno del destino, come se quelle due figure chiave (avevo scritto di loro proprio qualche post fa) dovessero finire il cerchio e accogliere il nostro nuovo bebè. 

Ore 23.00: primo ovulo. Convinta di potermi fare una grassa dormita (finalmente!!!) saluto come se ci saremmo dovute sentire in mattinata a meno che non succedesse qualcosa prima. Ignara che quando fai l'induzione ti toccano controlli ogni 2h e che quindi la mia grassa notte di sonno si sarebbe trasformata una magra notte in piedi.

Ore 02.30: pochissime contrazioni, battito ottimo. Ci rivediamo alle 4.30 per un tracciato e un secondo ovulo (probabilmente)

Ore 4.30: tracciato con qualche contrazione in più, si iniziano a sentire timidamente. Situazione comunque ancora chiusa

Ore 5.00: secondo ovulo. Partono contrazioni più impegnative quasi subito

Ore 7.00: le contrazioni non si sono mai più arrestate, anzi, si sono fatte più consistenti. Io non ho più dormito, mi sono messa a scrivere sul blog, ho fatto una doccia, salutato Alice che finiva il turno e preparata per l'ennesimo controllo

Ore 8.30: c'é Ilaria, colei che è stata il fil rouge di tutte le mie gravidanze e ancora una volta penso a come il destino sia stato gentile. Mi sento coccolata, mi sento in pace, mi sento (quasi) pronta. Imploro per una visita per capire a che punto siamo anche perché le contrazioni iniziano a diventare moooolto simpatiche e finalmente si è sbloccato qualcosa

Ore 10.00: sono in sala parto, mi fanno l'epidurale

Ore 10.30: arriva Lui, penso di non essere mai stata così felice di vederlo

Ore 12.15: mi rompono le acque. Che dico, chiamarle acque mi sembra eccessivo. Diciamo una tazzina da caffè?

Ore 13.00: arriva il ginecologo

Ore 13.20: scopro che per 9 mesi ho sperato di avere un'altra femmina pur sapendo perfettamente che sarebbe stato maschio. E così è.

Benvenuto al mondo piccolo Nino, sembri un puffo, pare perché te la stavi prendendo con comodo e poi sei stato catapultato giù in mezz'ora (tipico dei terzi figli, a quanto si narra. Quando partono sono fiumi in piena, ma prima che si applichino.. ciaone!) e sei la fotocopia sputata del tuo papà.

E poco importa che scherzando continuo a dire che mi hai fregata, che dopo 9 mesi di attese e di speranze per una bimba toro sei arrivato tu, maschio ariete e per di più Pelli fatto e finito. La realtà è che se hai la fortuna di assomigliare al tuo papà anche solo minimamente, so già che sarai un uomo meraviglioso.

Perché credimi piccolino mio, se la tua mamma è quello che è oggi, se riesce (cerca) di fare quello che fa, è soltanto perché c'é il tuo meraviglioso papà che la sostiene sempre, che la fa ridere quando le viene da piangere e riesce a commuoverla con un niente. Perché riesce sempre a vedere il bello e sa sempre farti sentire giusto. Perché nei momenti difficili sa sempre come aiutare ed è sempre lì pronto a non farti cadere. E anche se dovessi cadere, sa subito come tenderti una mano per farti rialzare. Più forte di prima.


E quindi grazie a te, mio grande amore, per avermi resa moglie e mamma per ben 3 volte. Per aver soddisfatto il mio desiderio di una famiglia numerosa. Appoggiato ogni mia folle idea (o quasi, sul gatto non sono ancora riuscita a convincerti del tutto ha ha), per aver gestito ogni preoccupazione e dubbio, per aver ascoltato le mie paturnie e pazientemente assecondato i miei cambi nome continui. Grazie per essermi stato vicino, aver sopportato sbalzi d'umore e isterismi.

Grazie per essere il mio punto di riferimento sempre.

E come ti dico sempre, oggi più che mai, senza te, non sarei più me.


CARO BEBÈ

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